Pur riproponendoci di tornare sul substrato culturale alla base dell’attività del WEF, argomento già da noi affrontato qui e qui, ci limitiamo in questa sede a riportare, come spunto di riflessione, due brevi estratti da “Politica Gnostica” , di Eric Voegelin, tratto dal volume “Trascendenza e Gnosticismo”, a cura di Gianfranco Lami, edito da Nuovi Carteggi nel 1974 e riprodotto in “I Quaderni di Avallon”, numero 30 del 1992, Il Cerchio Iniziative Editoriali:
…Non tutti gli gnostici, tuttavia, sono così moderati come Bakunin. Essi vogliono proclamare quel che riempie il loro cuore.
E laddove la realtà-di-sogno non può essere resa nelle categorie del reale essi mettono a punto una particolare forma di comunicazione: la visione, o previsione, del futuro.
Colui che prevede, sta nella realtà e ci offre una immagine-di-sogno del futuro. Con la sua visione anticipatrice, egli vuole procurare ad altri, uomini che vivono come lui nella realtà, una rappresentazione di vita percepita e vuole accaparrarseli come compagni, che lo aiutino a portare il sogno nel tempo e nella storia.
Per l’osservatore critico, l’elemento patologico della visione e del proposito che la motiva sta nel deragliamento, nella frattura con realtà. Egli sa che il sogno è irrealizzabile, e che l’azione immaginifica, una volta intrapresa, dopo terribili distruzioni dell’ordine preesistente, conduce a una nuova dimensione reale che non ha nulla a che fare con la ipotizzata realtà-di-sogno. A questo punto la prospettiva del filosofo viene non a caso condivisa dagli gnostici più illuminati. Anche lo gnostico infatti teme un deragliamento, ma il senso del suo timore è opposto. Poiché, quello che il filosofo vede come necessario, lo gnostico deve temere come possibile: che i santi-rivoluzionari distruggano con successo il vecchio ordine, ma, dopo completato il misfatto, si rivelino persone come tutte le altre e per nulla santi.
Con la conseguenza che i sacrifici della distruzione si sarebbero prodotti invano.
[Le Pillole precedenti: Più DaD per tutti, Velivoli senza pilota: tra umanitarismo e commercio, Dai frutti li riconoscerete, verso un disastro “sostenibile”, La scuola che non finisce mai e il covid come pretesto, Natura come persona, L’intelligenza artificiale, Cos’è il CoVax]
8 PREVISIONI PER IL MONDO NEL 2030
Come dimostrato dalla Brexit e dalla vittoria di Donald Trump, prevedere il futuro, compreso quello immediato, non è un’impresa facile.
Quando si cerca di prevedere come sarà il mondo nel medio termine, come organizzeremo le nostre città, quali saranno le fonti di energia, cosa mangeremo, quale sarà il significato del termine “rifugiato”, tutto diventa ancora più complicato.
Abbiamo chiesto agli esperti dei nostri Global Future Councils di descrivere come sarà il mondo nel 2030 e questi sono i risultati: dalla fine dello shopping al ritorno in voga dello stato nazionale.
1. Tutti i prodotti saranno diventati “servizi”. “Non posseggo nulla: non un’automobile, non una casa, non utensili nè vestiti”, scrive la parlamentare danese Ida Auken. Fare compere è un ricordo lontano nella città del 2030, i cui abitanti hanno scoperto l’energia pulita e prendono in prestito quello di cui hanno bisogno “su richiesta”. Sembra un’utopia, fino a quando la Auken non menziona che ogni movimento è tracciato e fuori dalla città vivono orde di diseredati, perfetto ritratto di una società spaccata in due.
2. Il carbone ha un unico prezzo globale. La Cina ha mostrato la strada nel 2017 creando un mercato per lo scambio dei diritti di emissione per una tonnellata di CO2, avviando il mondo sul sentiero di un singolo prezzo del carbone e creando un potente incentivo ad abbandonare i combustibili fossili, secondo la previsione di Jane Burston, a capo del dipartimento di Clima e Ambiente dell’inglese National Physical Laboratory . L’Europa, nel frattempo, si ritrova al centro del commercio di pannelli solari efficienti e a buon mercato, dato il crollo dei prezzi delle rinnovabili.
3. Il predominio degli Stati Uniti è terminato. Sulla scena ci sono una manciata di potenze globali. Gli stati nazionali sono tornati alla ribalta, scrive Robert Muggah, Direttore della Ricerca presso l’Istituto Igarapè. Invece di una sola potenza, un gruppo di paesi, tra cui spiccano Stati Uniti, Russia, Cina, Germania, India e Giappone, mostrano tendenze semi-imperialiste. Allo stesso tempo il ruolo dello stato è minacciato da tendenze quali l’ascesa delle città e la diffusione delle identità digitali.
4. Addio ospedale, benvenuta casa-ospedaliera. La tecnologia avrà spazzato via le malattie, scrive Malanie Walker, medico e consulente della Banca Mondiale. L’ospedale come lo conosciamo sparirà, gli incidenti si ridurranno grazie ai veicoli a guida automatica e ai progressi della medicina preventiva e personalizzata. Bisturi e donatori di organi saranno solo un ricordo, piccoli tubi robotici e organi artificiali creati con stampe 3d faranno la loro comparsa sulla scena.
5. Mangiamo molta meno carne. In maniera del tutto simile a quanto facevano i nostri nonni, considereremo la carne un lusso piuttosto che un’abitudine, scrive Tim Benton, professore di Ecologia della Popolazione all’università di Leeds. A risultare vincente sarà una combinazione di agricoltura intensiva e di piccoli produttori artigianali, i cibi già pronti verranno concepiti per essere più salutari e meno dannosi per l’ambiente.
6. I rifugiati siriani di oggi sono gli amministratori delegati del 2030. I rifugiati siriani altamente istruiti saranno diventati adulti nel 2030, ponendo il problema dell’integrazione economica di coloro che a causa del conflitto sono stati costretti a fuggire. Il mondo deve prepararsi meglio a fronte delle masse che migrano, scrive Lorna Solis, fondatrice e amministratore delegato dell’ONG Blue Rose Compass, dato che i cambiamenti climatici avranno determinato lo sradicamento di un miliardo di persone nel 2030.
7. I valori fondanti dell’Occidente saranno messi alla prova fino al punto di rottura. Dimentichiamo a nostro rischio e pericolo i pesi e i contrappesi che reggono le nostre democrazie, scrive Kenneth Roth, Direttore Generale di Humans Rights Watch. Il “culto della maggioranza”, privo di limiti, e gli attacchi al nostro sistema di pesi e contrappesi sono forse il più grande pericolo per il futuro delle democrazie occidentali.
8. Nel 2030 saremo pronti a trasferire esseri umani sul Pianeta Rosso. In aggiunta, una volta arrivati su Marte probabilmente troveremo tracce di vita aliena, scrive Ellen Stofan, Chief Scientisti della NASA. Big Science ci aiuterà a rispondere ai grandi interrogativi che riguardano la vita sulla terra, e allo stesso tempo troverà applicazioni pratiche delle tecnologie spaziali.
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