Il grande reset in pillole (6): dai frutti li riconoscerete, verso un disastro “sostenibile”

L’articolo che segue, pubblicato nel giugno del 2020 sul sito del World Economic Forum, a firma del direttore e fondatore Klaus Schwab, è una versione estremamente stringata, ma non per questo meno inquietante, di quanto esposto dell’autore in libri come “La Quarta Rivoluzione Industriale”, “Il Capitalismo degli Stakeholder” e “Covid 19: The Great Reset”.

Sorta di manifesto di intenti dei campioni del Turbocapitalismo che si riuniscono annualmente nell’esclusivo simposio di Davos, l’articolo muove dall’impatto traumatico che la recente pandemia ha avuto sulle economie e sulle società dei paesi avanzati, per delineare la visione di un “mondo nuovo” , il cui avvento è inevitabile e moralmente auspicabile secondo l’autore, e che la pandemia contribuisce ad avvicinare, grazie al repentino mutamento dei nostri stili di vita che essa ha imposto.

Non essendo questa la sede per un’analisi esauriente di certe preoccupanti tendenze globali, tuttora in tumultuosa evoluzione, ci limitiamo ad evidenziare come fenomeni indubbiamente complessi, dalle dinamiche e dai contorni ancora non del tutto chiari, come i progressi e la diffusione dell’Intelligenza Artificiale, le cause e gli effetti del cambiamento climatico, gli sconvolgimenti sociali provocati dalle misure adottate dai governi di tutti i paesi avanzati per contrastare il Covid, vengano banalizzati, delineati in modo semplicistico.

L’autore, con tono ultra-paternalistico, sembra volerci dire che, come risultato di chissà quale laboriosa e fantomatica analisi, che viene ben nascosta al lettore, da qualche parte ( Davos?) è stato deciso cosa è buono e cosa è cattivo per l’umanità intera, e all’umanità non rimane che attivarsi, approfittando della pandemia che ancora le toglie il sonno, per realizzare quello che è stato deciso essere il vero bene comune, il Grande Reset.

[Le Pillole precedenti: La scuola che non finisce mai e il covid come pretesto, Natura come persona, L’intelligenza artificiale, Cos’è il CoVax]

Ora è il momento giusto per un grande reset

I lockdown imposti per contrastare il Covid si stanno allentando e tuttavia l’inquietudine per le prospettive economiche e sociali mondiali si va intensificando. C’è un buon motivo per essere preoccupati: siamo già nel mezzo di un’acuta crisi economica e potrebbe trattarsi della peggiore recessione registrata dagli anni 30 del secolo scorso ad oggi. Benchè questo esito sia probabile, non è in nessun modo inevitabile.

Per fare in modo che l’esito della crisi sia migliore, il mondo deve agire unito e velocemente per rinnovare tutti gli aspetti delle nostre società e delle nostre economie, dall’istruzione ai contratti sociali alle condizioni dei lavoratori.

Sono tante le ragioni per intraprendere un Grande Reset ma la più urgente è senza ombra di dubbio rappresentata dal Covid 19. Già responsabile di centinaia di migliaia di morti, la pandemia costituisce una delle più gravi crisi sanitarie della storia recente.

E sta continuando a mietere vittime, ben lontana dall’esaurirsi.

Tutto ciò avrà conseguenze per la crescita economica, il debito pubblico, l’occupazione e in generale influirà sulla qualità della vita dell’umanità intera. Secondo il Financial Times, il debito complessivo degli stati ha già raggiunto il livello più alto di sempre in periodi di pace. Inoltre la disoccupazione è aumentata vertiginosamente in molti paesi, con i nuovi dati settimanali che si rivelano puntualmente superiori ai massimi storici. Il Fondo Monetario Internazionale prevede che l’economia mondiale quest’anno si contrarrà del 3%, una diminuzione del 6.3% in soli 4 mesi.

Tutto questo contribuirà ad esacerbare le crisi sociali e la crisi climatica già in essere. Alcuni paesi hanno già approfittato dell’emergenza Covid per allentare l’imposizione delle misure a protezione dell’ambiente e la frustrazione per mali sociali come la crescente disuguaglianza, la ricchezza complessiva dei miliardari è aumentata durante la pandemia, si va intensificando.

Se non vengono affrontate, queste crisi, con il contributo del Covid, si aggraveranno e ci lasceranno un mondo meno sostenibile, meno equo, e più fragile. Misure incrementali e aggiustamenti ad hoc non basteranno per evitare questo scenario.

Abbiamo l’obbligo di costruire fondamenta nuove per i nostri sistemi economici e sociali.

L’ambizione e il livello di cooperazione che ciò implica sono senza precedenti, ma non si tratta di un sogno irrealizzabile. Uno degli aspetti positivi della pandemia è infatti aver dimostrato che è possibile cambiare radicalmente, dall’oggi al domani, i nostri stili di vita. Quasi istantaneamente, la crisi ha costretto aziende e individui ad abbandonare abitudini e pratiche da tempo ritenute essenziali, dai viaggi aerei frequenti al lavoro in ufficio.

Allo stesso modo, intere popolazioni hanno dimostrato in modo incontrovertibile di essere disposte a fare sacrifici per i lavoratori della sanità e di altri settori essenziali e per le categorie più fragili come gli anziani.

Molte aziende hanno intrapreso azioni per sostenere i propri lavoratori, i propri clienti e le comunità locali, nell’ottica di quel “capitalismo degli stakeholder” che fino ad allora avevano sposato solo a parole.

E’ chiaro che esiste la volontà di costruire una società migliore. Dobbiamo sfruttarla per realizzare quel Grande Reset di cui abbiamo un così estremo bisogno. Per far questo saranno necessari governi più forti ed efficienti, anche se ciò non implica una scelta ideologica per governi più grandi. Sarà altresì necessario che il settore privato svolga un ruolo da protagonista attraverso tutte le tappe di questo percorso.

L’agenda del Grande Reset dovrebbe basarsi su 3 componenti. La prima dovrebbe indirizzare il mercato affinchè produca risultati più equi. A questo scopo, i governi dovrebbero migliorare il coordinamento (per esempio sul piano della tassazione, della politica fiscale e della regolamentazione), avanzare nell’integrazione commerciale, e creare le condizioni perché si sviluppi un’economia degli stakeholder. I governi sono oggi fortemente incentivati ad intraprendere queste azioni, dato il restringimento della base imponibile e l’aumento del debito pubblico in molti paesi.

Inoltre i governi dovrebbero implementare tutte quelle riforme, da tempo invocate a gran voce, necessarie per promuovere società più eque.

A seconda dei paesi, queste potrebbero implicare modifiche nella tassazione della ricchezza, l’eliminazione dei sussidi per i combustibili fossili e una nuova disciplina della proprietà intellettuale, del commercio e della concorrenza.

Il secondo pilastro dell’agenda per il Grande Reset dovrebbe assicurare che gli investimenti siano orientati verso obiettivi condivisi quali l’uguaglianza e la sostenibilità. In quest’ottica, i vasti programmi di spesa che gli stati stanno implementando oggi costituiscono una preziosa occasione di progresso.

La Commissione Europea, in particolare, ha annunciato piani per un Recovery Fund da 750 mld di euro (826 mld di dollari) . Stati Uniti, Cina e Giappone hanno anch’essi ambiziosi piani di stimolo all’economia.

Piuttosto che utilizzare questi fondi, così come gli investimenti di enti privati e fondi pensione, per un’operazione di maquillage del vecchio sistema, dovremmo utilizzarli per creare un sistema completamente nuovo che sia più resiliente, equo, e sostenibile nel lungo periodo. Ciò significa, per esempio, costruire infrastrutture urbane “verdi” e predisporre incentivi per le industrie affinchè migliorino le proprie performance valutate sulla base degli indicatori ambientali, sociali e di governance.

La terza e ultima priorità dell’agenda consiste nel mettere a frutto tutte quelle innovazioni prodotte dalla Quarta Rivoluzione Industriale per il bene comune, con particolare riferimento alle sfide sanitarie e sociali che abbiamo di fronte. Durante la crisi del Covid 19, aziende, università e altri soggetti hanno unito le forze per sviluppare sistemi di diagnostica, terapie, e possibili vaccini; hanno costruito centri per testare la presenza dell’infezione; creato meccanismi per tracciare i contagi e per la telemedicina. Immaginate cosa potrebbe succedere se anche in tutti gli altri settori si producessero gli stessi sforzi.

La crisi del Covid 19 sta avendo ricadute su tutti gli aspetti della vita delle persone in tutti gli angoli del pianeta. Ma il lascito di questa crisi non deve essere necessariamente ed esclusivamente tragico. Al contrario , la pandemia rappresenta una rara quanto stretta “finestra di opportunità” per riflettere, reimmaginare e reimpostare il nostro mondo per creare un futuro più salubre, più equo, e più prospero.

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