“Porgi l’altra guancia”: quando si sente questa frase, mentre qualcuno pensa al Vangelo,

«Avete inteso che fu detto: occhio per occhio e dente per dente;
ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra;…
»[1]

io penso ad un film del 1974 con Bud Spencer e Terence Hill.

Questo occidente, non la patria della barbarie che si estende oltre oceano, tra il Canada ed il sud America, è ormai il regno della fantasmatica società del politicamente corretto, del moralisticamente giusto, ovvero di ciò che è accettabile secondo i distruttivi parametri liberali, il regno del servizievole adeguarsi, dell’assenza di reazione a qualsiasi sopruso, del civile non rispondere alle provocazioni, popolato da sbandieratori di bandiere finto-pacifiste, eredi del povero falso “pensiero” di un misero opportunista come Capitini.

A questa vocazione alla sottomissione, oramai tipica della civiltà occidentale, sempre quella di cui sopra, P.P. Dal Monte ha dedicato un pregevole articolo, La volontà di impotenza, a cui è seguito un altro contributo di Y. Di Benedetto Per una volontà di potenza e lo psicanalista R. Giacomelli il libro Oltre il maschio debole. Di materiale su cui riflettere ce ne sarebbe, ma, purtuttavia, qualcosa mancava, qualche annotazione da aggiungere a margine.

È necessario smettere di porgere l’altra guancia, smettere di non reagire, di non rispondere, di aver paura, di non avere il coraggio di agire: quattro strombazzate sui social sono perfettamente inutili se, poi, nella vita di tutti i giorni, si continua a subire soprusi senza contrastarli, senza opporsi.

Quanti sono stati denunciati per aver spaccato la faccia al proprio datore di lavoro che li sospendeva o, peggio, licenziava perché non in possesso del Lasciapassare verde? Nessuno. Tutti a piangere raccomandazioni da furbi avvocati per risolvere la cosa bonariamente, civilmente…Civilmente? Ma avete idea di come si difenda una civiltà? No, perché chi non è capace di difendere se stesso, non potrà mai difendere alcunché.

«L’invincibilità risiede nella difesa»[2] che per l’attacco nessuno è pronto, né vi sono i requisiti, ma difendersi dovrebbe essere sacrosanto e dovrebbe venire spontaneo, invece si sceglie la sottomissione, unica concessione lo sventolare ai quattro venti, quasi fosse un vessillo eroico, l’aver resistito ai diktat pandemici, roba normale, direi persino banale, se si ha un minimo di cervello e si è capaci di usarlo. Niente di speciale, insomma solo sane scelte consapevoli, nessun eroismo da celebrare.

Queste affermazioni saranno subito bollate di Fascismo dai benpensanti sinistrati, che, incapaci di tracciare parametri interpretativi o analisi coerenti, si limitano a sputare sentenze e cazzate sui social, non è un problema, l’etichettare è lo spassoso passatempo di costoro, impossibilitati, come sono, a fare altro, vittime totali di questo sistema e, per ciò stesso, ad esso totalmente funzionali. I puristi lo sono sempre…ma non lo sanno ecco perché possono permettersi di puntare il loro ditino indistintamente, non hanno nulla da perdere se non la credibilità, che, per chi non si impegna in un lavoro di condivisione, non è importante.

Allora meritiamocele queste etichette.

Si è immersi in una società debole e perversa in cui un genitore si sente in dovere di difendere il figlio, magari somaro e violento, che, a scuola, reagisce contro un professore reo di avergli messo un’insufficienza ma non reagisce quando la propria figlia è violentata o uccisa, lì si invoca la giustizia. È evidente che c’è un problema.

Dobbiamo rieducare gli adulti ed educare i nostri figli a capire cosa è importante, cosa conta nella vita, quali siano i valori fondamentali, un detto popolare in certi ambienti poco frequentabili dice che «Col torto si fa pippa.» che vuol dire che se hai torto, chiedi scusa e non discuti, accetti le conseguenze dei tuoi errori. Questa società, invece, va al contrario, col torto reagisce ed abbaia, nel caso inverso, diventa accettatrice in toto: torto e ragione sono diventati “semi inutili”. Siamo alla decadenza totale e nessuno potrà salvarsi se non si riapproprierà di una buona dose di dignità.

Coloro che riprendono atti vandalici senza reagire, non hanno dignità, coloro che stanno a guardare mentre i propri figli subiscono bullismo, non hanno dignità, coloro che non reagiscono ad un sopruso, non hanno dignità.

La dignità è andata perduta quando si è iniziato ad accettare tutto in nome delle supposte regole della così detta “società civile”, che altro non è se non questo ammasso di nulla promosso, da più di un secolo, dal liberismo, grazie al dominio dell’anglosfera. Per avere un’idea di cosa vuol dire essere una società “civile”, fate un giro in una metropoli americana, non serve un quartiere malfamato abitato da zombie strafatti, basta camminare tra quegli esseri privi di cultura, arroganti e superficiali che camminano per la Fifth Avenue.

Qui non è diverso. Tutti accettano tutto, salvo lamentarsi sui social ed inveire contro quello stesso sistema con cui, poi, sono venuti a patti magari “per qualche dollaro in più” o “per un pugno di dollari”. Siete nel sistema? Bene, buon per voi, ma con quale coraggio puntate il dito su chi, invece, nel sistema non c’è mai stato? Avete voluto la sicurezza di un posto protetto? Va bene, ma non avete alcuna possibilità di critica. Reagite, piuttosto, ai ricatti, alle intimidazioni, alle vessazioni perché, altrimenti ne siete complici. Lamentarsi con i thread su X non ha alcun valore e non è di nessuna utilità.

È superfluo che mi si venga a spiegare che così sarebbe una giungla, che la reazione non è ammissibile, a questo perbenismo frocio rispondo volentieri che siamo nell’anomia più totale, e lo siamo già da molto tempo, solo che sono talmente tante le distrazioni che il nemico pone in essere che, per star dietro a tutte, si distoglie l’attenzione dalla vita reale e si perde la concentrazione che rende possibile la visione ed il discernimento di ciò che è davvero importante.

Bande di extracomunitari che scorrazzano nelle città, stazioni ferroviarie invase da feccia vagamente umana, scuole piene di bulletti strafottenti, donne e uomini isterici che hanno fatto del prevaricare, con l’aggiunta di un sorrisetto ammiccante, il loro pane quotidiano… questa è la realtà che si subisce quotidianamente, senza batter ciglio, rispettosi e servizievoli che sennò chissà che succede…

Per completare il trittico dei film western citati ne manca uno “giù la testa” che è quello che sta succedendo da troppo tempo, è giunto il momento di alzarla quella testa, finché mancherà questa espressione di fierezza, mancherà l’essenziale.


[1] Matteo 5,38-48

[2] Sun Tzu, L’arte della guerra

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