ENIGMA  BIBLIOGRAFICO

(lo scritto che segue parla di libri e di storia, la mia coscienza è pulita eppure…)

Il 24 febbraio 2020 Cristina O. argentina originaria della Recoleta, in un lontano casolare della campagna italiana, mi mise in mano un libro di J. L. Borges, la prima raccolta intitolata “Inquisizioni” in cui il famoso erudito, tra diversi temi e divagazioni, fornisce una stringata ma precisa indicazione bibliografica: la ECLOGA di T. Campanella dedicata al futuro re Luigi XIV, stampata a Parigi, presso J.Dubray, 1639 (Parisiis, Apud Ioannem,Dubray, M D C XXXIX. Cum permissu superiorum). In appendice a tale testo si afferma esserci un brano di un autore italiano di scritti a tema politico, da indentificare tra N. Machiavelli, F. Guicciardini, G. Bosio.

Il brano è trascritto per quindici righe ma purtroppo la pagina precedente (il frontespizio) in cui si individuava chiaramente -tra i tre- il nome dell’autore era stata resa illeggibile, come se una mano invidiosa l’avesse ripetutamente colpita con una punta acuminata. Incuriosito da tali complicazioni copiai a mano per intero il breve brano. E feci bene perché non rividi più Cristina O. per lo scoppio della pandemia e relativi lockdown e non ebbi mai più modo di avere sotto gli occhi quella stampa delle opere borghesiane.

L’accesa curiosità a questo punto mi spinse a compiere una mia piccola ricerca personale per la quale mi avvalsi di uno studioso argentino amico dell’Italia (conosciuto per vie mirabolanti inerenti il calcio, Leandro Funes: costui sorprendentemente mi negò l’esistenza del testo succitato “Inquisizioni” ed in effetti mi dimostrò senza fallo come Borges stesso lo aveva rifiutato ed espunto dalle Opere Complete a partire dall’edizione del 1925. Funes aggiunse anche -non senza una dose di vanità- che il testo riportato nelle quindici righe denunciava evidenti interpolazioni successive con espressioni del Breviario del cardinal Mazzarino, che la grafia faceva sospettare uno stralcio da un epistolario e che doveva quindi trattarsi di una ristampa successiva al 1684 (prima pubblicazione degli scritti del Mazzarino).

Deluso da tante complicazioni mi misi a rovistare nelle biblioteche storiche romane dove -manco a dirlo- non c’era traccia di analecta aggiunti a quel testo di T. Campanella riconducibili ad autori precedenti come Machiavelli, Guicciardini o Bosio…

E allora?  si trattava tutto di un falso?  Eppure il testo di proprietà della Cristina O.  io l’avevo visto, toccato e ne avevo copiato il brano.

E a ciò andrebbe aggiunto che nel brano ci sono evidenti allusioni a metodi politici che ripugnano alla mansuetudine dei nostri costumi.

Ho deciso perciò di riportare il testo che allego di seguito:

«Tra e’ modi con li quali molti hanno cerco di tenere i principati vi è quello della forza, ma casi  maligni assai posson venire se le forze sono impari in guisa che altri rivali abbino più arme e potentia di soldati. Facci adunque tale debol capitano (o aspirante principe) di –ordite segrete insidie- ammazzare li sua rivali, singolarmente e sanza altre stragi; ma più anchora di intimidire con ferimenti gli aiutanti di coloro, di spargere insomma tal paura che, ogne satellite, offensione uguale capitare a se medesmo credere debba. Per la viltà dei popoli il ferro sparge tale essempio che se ancide uno ne ammaestra al tempo istesso cento[1] (1). Sanza alcun dubbio il prencipe o il capitano ambitioso avanti che muova un solo passo, dotarsi di scelta cerchia di sgherri, fedeli sicari e guardie di persona curare debbe. Il tutto poi convenga che disegni segretissimamente e con grande ostensione di simulazione; osservi la modestia in un comportamento grave, dall’altro lato con occhi lincei rifletta a tutto così che in tempi di amistà abbia l’occhio all’odio in che quella potrebbe cambiarsi»

Pensavo che simili delizie da eruditi fossero esenti da riferimenti all’attualità ma adesso sono pieno di dubbi: ho fatto bene a parlarvene? E se qualcuno volesse seguire l’esortazione in esse contenute?

Il problema si risolve solo lasciando a voi lettori e ad altri che se ne vorranno occupare il giudizio sull’enigma e sulla morale che se ne insinua.

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Ma ho pensato anche di inviare in visione tutto lo scritto precedente al mio ex editore, dr. Stefano M., per avere il conforto di un parere “disinteressato” (e nel vero senso della parola: ultimamente non mi ha pubblicato alcunché) da cui è sortita una interlocuzione disillusa avvenuta su whatsapp di cui riporto -sbobinato per dir così- lo scambio delle battute essenziali:

«(SM) – un bel groviglio, non c’è che dire, ma non dovresti pensare a chissà quale trouvaille scandalosa

(io) – cioè?

(SM) – …cioè, non pensare minimamente che simili ciniche pratiche di violenze siano appannaggio di tempi passati…”pugnali e veleni”, come una serie televisiva;  quello che tu sembri proteggere con tanta cautela dalla divulgazione è patrimonio attualissimo della condotta politica, ripeto attualissimo anche nelle cosiddette democrazie, altro che  Mazzarino!

(io) – Machiavelli più probabile…

(SM)- Anzi!  Oggi hanno fatto tesoro proprio delle raccomandazioni di Mazzarino, ”sopire, troncare”, dissimulare sempre e…colpire! Colpire in modo subdolo, nascosto, sotto copertura; la longa manus, la mano che fa un giro lungo lungo. Pensi forse che figure come Dick Cheeney per l’Afghanistan, un Sarkozy in Libia, un Kissinger in Cile o …in Italia abbiano usato metodi diversi? Lo stesso Schwab nel suo fare piazza pulita delle economie pensi faccia solo dei forum? E, ti dico, oggi più che mai!

(io)- Eh ma questi sono esempi un po’ scontati; immagina se chiunque pensi scalabili delle posizioni di potere pensasse di usare il “colpirne uno per educarne ecc. ecc.”

(SM)- e farebbe bene!   farebbe bene a dar retta al tuo manoscritto o quel che è…La scienza politica spogliata di ogni ipocrisia si riduce a ben poco. Le istituzioni democratiche sono la veste fantasmatica, la maschera illusoria che si porta all’occorrenza per poi calarla: visto che fine ha fatto il welfare? Ti hanno detto che non serve più nemmeno l’essere umano…

Tu pensi che tutti siano d’accordo?  Eh ma si convincono, si trova il modo per convincerli…e chi vuole resistere che altra via ha di fronte se non…

(io)- beh, ma io non posso che dissociarmi…

(SM) – ma fai quel che ti pare!»

Torno a rassicurarmi tra i miei libri…


[1]Questa espressione mi ha lasciato sgomento: è la versione antiquata di quella ben nota negli anni di piombo.

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