Mass-Media e…

Ho spesso dichiarato che mass-media e democrazia sono incompatibili; dirò di più, mass-media e libertà sono incompatibili, con la conseguente perdita di diritti. Per mass-media intendo le centrali di diffusori di messaggi unidirezionali che possono raggiungere larghissime fasce di popolazione: ad esempio una (o più) rete TV, un quotidiano o una rivista a tiratura nazionale…

Se  un “diffusore” di questo tipo ripete ossessivamente,  giorno e  notte, un messaggio senza  contraddittorio, il ricevente sarà irresistibilmente condizionato da questo e la sua facoltà di farsi una sua opinione sarà estremamente  ridotta: quando poi TUTTI  i messaggi sono uniformati e  ripetuti nel tempo NON ci sarà alcuna possibilità di farsi opinioni libere ed  autonome: a  quel punto le eventuali elezioni politiche  in nessun modo possono  essere  ritenute “libere” ed elezioni non libere,  semplicemente, “non sono”.

Lo stesso presidente della Repubblica, di una lontana fase politica (Scalfaro), sia pure strumentalmente (per danneggiare una controparte politica, Berlusconi), aveva tuttavia sollevato un problema vero e concreto: la “Par Condicio”.

Almeno nella fase pre-elettorale l’accesso ai media (che è paragonabile all’accesso al mare delle potenze in geopolitica) deve essere garantito in via paritetica ad ogni richiedente.  Oggi, immersi in un flusso paranoico di terrorismo mediatico-sanitario, sentiamo quanto ciò sia vitale.

Sì, ma CHE FARE?

Affidarci ottimisticamente al controllo della politica si è dimostrato crudelmente illusorio.

La classe politica (totalmente riversata in posizioni di subalternità e sudditanza alle lobby economico finanziarie) ha alienato ogni possibile spazio mediatico allo strapotere delle multinazionali del politically correct fino ad un esplicito ricorso alla censura.

Ogni accesso possibile per i – non dico dissenzienti – ma solo fautori di un punto di vista “altro”, è stato sbarrato.

Un approccio tipico da materialismo storico che metta in discussione la proprietà dei mezzi di produzione mediatici è rinviato ad un futuribile fantastico…

Rimangono le possibilità offerte dalla tecnologia: rete, social, canali personalizzati…

Il dibattito sulla validità dei social è aperto da tempo: sono stati chiariti i vantaggi (possibilità di circolazione di idee, dibattiti e soprattutto di organizzazione) e gli svantaggi (dispersione delle energie agonistico-liberatrici in uno sfogo narcisistico e sterile: “la bolla”, dipendenza da chiacchiericcio vacuo) ma soprattutto la ricaduta nella (già attuata in varie occasioni) censura (“eh ma siamo in casa d’altri, eh ma è diritto privato ecc.).

Il traguardo ideale del “Pluralismo dell’informazione” si conferma come valido esclusivamente nella valenza della pluralità: il focus dovrà concentrarsi sul “canto a più voci”.

Bisognerà sfruttare ogni differenziazione: il canale YouTube, l’account Twitter, il blog (quest’ultimo – ad oggi – è quello più libero da lacci e lacciuoli).

Ma si dovrà pur sempre ricordare che – in una fase necessariamente destruens per menti libere – rimane arma efficace, puntuta e totalmente fattibile quella della “liberazione in negativo” cioè il boicottaggio: la diffusione tramite “passa-parola” dello spegnimento di ogni schermo, dell’astensione da ogni programma mediatico di maligna persuasione.

E tenere sempre presente che la tecnologia NON è neutra e che non vale l’obiezione: “dipende da cosa ci fai…” ahimè ogni mezzo è un messaggio, ogni tecnicalità è una scelta politica e – come tale – di esclusione o di ingresso in aree di potere.

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