È tutto inutile.

Ormai abbiamo a che fare con un branco di rabbiosi cani di Pavlov che abbaia ad ogni stormir di foglia, si accanisce su ogni cazzata venga fatta muovere sotto i loro occhi, si anima ad ogni piè sospinto, altro che drappi rossi! I tori hanno un maggiore discernimento e senso critico nella reazione agli stimoli.

Inutili e sterili tifoserie che infieriscono e si dividono sul nulla, che devono trovare risvolti psicologici e rivendicazioni sociali su qualunque minchiata il sistema butti fuori e, poiché il sistema lo fa a getto continuo, tutti lì come tanti cagnolini da macchina impazziti, a voltare la testa di qua e di là, con la bava alla bocca, pronti a digrignare i denti, chiusi nel loro patetico recinto virtuale.

Sembrava che si fosse capito il gioco del sistema, si pensava che gli anni pandemici, e tutte le imposizioni subite, fossero servite ad unire, ad aprire le menti, a far intendere, anche ai più ottusi, che occorre svegliarsi, uscire dalla gabbia virtuale, condividere, cercare i punti di incontro, smettere di perseguire volatili distrazioni di massa e concentrarsi solo sulle traiettorie principali, perché il nemico è unico e potente, perché lo schema della distrazione è quello che ha sempre fottuto ogni possibile reazione, perché la polarizzazione provocata o risibile è asfittica ed ha come solo ed unico scopo quello di sedare le coscienze, di neutralizzare la reazione, perché il divide et impera è la più antica e potente arma di dominio. Niente, è tutto inutile, non è servito ad un cazzo.

I social impazziscono e le opposte tifoserie si schierano compatte a suon di insulti su due pubblicità, “l’anima del commercio”, progettate da gente che lo fa di mestiere e sa benissimo cosa sta facendo, le migliori agenzie sono strapagate per questo, infatti, loro, non perdono un colpo mentre i colpi sembra perderli la valanga di donnette e omini che si sono riversati in massa sui social per far sentire il loro livore virtuale. Tutta pubblicità in più che si aggiunge, gratuitamente, a quanto quelle multinazionali hanno già pagato. Loro hanno vinto, gli altri hanno perso, a giudicare dai commenti, almeno in dignità.

Considerazioni banali, semplicistiche affermazioni da baretto di paese, quattro spiccioli di moralismo piccolo borghese, una manciata di qualunquismo becero, un pizzico di pettegolezzi da schampiste, ed una quantità industriale di insipienza. TL invase, al limite del patetico, di insulsi commenti asfittici perché l’importante è prendere una posizione, non importa quanto ridicola possa essere la posta in gioco, l’importante è reagire, dire la propria, schierarsi, ruggire da una tastiera, scomodare i massimi sistemi per misere minchiate inutili. Ma va bene così perché «Volsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare.»

E allora, suvvia, non si perda tempo, che si reagisca, pomposamente convinti di esprimere pensieri profondi, ad ogni carabattola, che ci si insulti, che si prenda una posizione ben precisa, che «sia il vostro parlare “sì, il sì”, “no, il no”» solo che, nella maggioranza dei casi, è l’argomento che viene dal maligno, intendendo come tale non il delirio satanista, ma piuttosto gli invasivi e malcelati apparati neoplasici del liberalismo di cui il capitale, e quindi anche la sua pubblicità, è il frutto.

Inguaribili bipolarizzati, ottusi pressapochisti, scesi al rango di galli da combattimento, si azzuffano, creando artificiose diatribe, in improvvisate arene, con i più improbabili mentecatti sfornati dal sistema. Non è un gran bel vedere, sulla qualità, poi, sorvoliamo…

Se questo è il livello interpretativo del reale, ogni mossa è inutile, se questa è la quota dell’espressione, tacere sarebbe la sola possibilità, se questo è il dibattito, ben venga la selezione degli interlocutori, al di là dell’umorale giudizio di coloro che puntano il dito e poi si lanciano in baruffe chiozzotte con starnazzanti galli e galline.

Contrariamente agli ignavi, puniti da Dante proprio perché incapaci di prendere posizione, costoro dicotomizzano tutto, per loro ogni ciarpame merita una polarizzazione, ogni miseria deve portare ad una severa critica e susseguente presa di posizione…

Stando così le cose, non resta che andare avanti, ma su percorsi paralleli, sperando che, magari per caso, qualcuno si svegli e decida di camminare diritto su un percorso di reale comprensione, lungo e complesso, piuttosto che continuare a vagare rigirandosi, compulsivamente, a destra e a manca. La sola condivisione possibile è con chi sa dove vuole andare, e lo fa senza seguire artificiose distrazioni.

Gli altri sono parte del problema, la parte più pericolosa perché numericamente soverchia, in quanto si somma alla massa addormentata.

La massa degli “antisistema” è in verità massa sistemica, perché proprio al sistema estremamente funzionale, il problema è che non lo sa perché, nonostante tutto, manca totalmente di una vera coscienza critica e vive completamente immersa nella realtà fantasma evocata e costruita dal liberalismo globalizzato e polarizzante.

Sì, è bene ribadirlo. Non esistono atti casuali, non esiste un liberalismo buono o distratto, ogni cosa è fatta per un fine, e dividere resta il fine supremo perché indebolisce, chiudere nel virtuale è il risultato più utile perché vanifica ogni sforzo di aggregazione esterna.

Ecco perché è tutto inutile.

Subscribe
Notificami
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
View all comments
lo
ciao
0
Esponi la tua opinione.x