Servite domino in laetitia

Premessa: De interpretatione

La logica vorrebbe che la veridicità delle conclusioni sia conseguenza delle premesse, ovvero che le conclusioni provino, in qualche modo, le premesse. Se accettiamo questo semplice postulato, latu senso, appare difficile analizzare la situazione sociale, dell’attuale momento storico, senza provare un senso di attonito smarrimento.

Intermezzo: De civitate hominum

La storia è piena di esempi di normalità terribili di stato o di potere, ovvero, consuetudini, tradizioni, accettate per fede cieca o convenzione, ma anche pratiche, azioni, più o meno efferate o scellerate, semplicemente imposte, da una sorta di ragion di stato e subite passivamente dalla popolazione.

Era prassi accettata, a Sparta, che i neonati che presentavano malformazioni venissero soppressi, che questo avvenisse gettandoli dal monte Taigeto o meno, appare irrilevante; nel Medioevo era consuetudine che le donne, che conoscevano ed usavano le piante officinali, venissero condannate al rogo come streghe; tutti erano a conoscenza del ruolo che hanno svolto i bambini, all’indomani della fine della guerra tra Iraq ed Iran, usati, legati in gruppo così da non potersi ritrarre, per “ripulire” i campi minati; nella Germania nazista…La banalità del male è stata ampiamente studiata; in Cina la drammatica pratica delle sterilizzazioni e degli aborti forzati fu addirittura giustificata, ideologicamente, perfino dai nostri intellettuali illuminati, o mores o tempore!

Per sfuggire all’orrore, affondaci dentro fino agli occhi scriveva Jean Genet in Notre-Dame-des-Fleurs ed è quello che è sempre successo.

Di fronte all’orrore siamo stati solo colti da un immediato, minimo fastidio, da un leggero senso di smarrimento, forse da raccapriccio o da sbigottimento, un capogiro stile Madame Bovary ma mai nessuna forma di ribellione si è sollevata, diventando reazione di massa, contro questi abomini.
Sotto diversi pretesti e per diverse ragioni, ci siamo assuefatti all’ingiustizia, alla prevaricazione, all’iniquità, all’abuso: La terribile normalità ha sempre trionfato, l’inaccettabile è stato sempre accettato.

In medias res

Ignoranza e paura, peraltro correlate in un fenomeno di causa-effetto ambivalente, in cui la prima genera la seconda e viceversa, sono la chiave di interpretazione che soggiace a certi comportamenti collettivi generalizzati che diventano terribile normalità e che rendono possibile l’accettazione di “norme” o comportamenti che esulano non solo dalla logica, ma dal più banale buon senso comune.

Non c’è bisogno di sconfinare nell’orrore, ed essere complici della banalità del male, per far diventare “norma” comportamenti illogici, basta allenare al conformismo rendendolo seduttivo, desiderabile: sostituire l’idea di un oggetto con l’oggetto stesso in una spirale di sublimazione dei bisogni primari; a poco a poco gli pseudo-bisogni, ad essi apparentemente collegati, si fanno largo e si sostituiscono a quelli evaporati perché definiti inutili. L’accidia, non a caso uno dei sette peccati capitali, farà il resto.

Nel 68’ si chiedeva una scuola meno elitaria ed arrivò il 6 politico; la FIAT è un’azienda privata ma è sopravvissuta, sempre, grazie ai finanziamenti statali; il governo munisce le classi di costosissimi ed inutili banchi a rotelle, previa rottamazione di quelli esistenti, e si chiudono le scuole; tutto bene, tutto normale. Questo fenomeno è quello, mutatis mutandis, che De André ha definito “una ginnastica d’obbedienza”.

Ma un allenamento ancora più efficace, i cui effetti si sarebbero visti solo nel lungo periodo, è stato quello di togliere, progressivamente, la parola o, quantomeno, limitarla, ecco che alle elementari si impara lo stampato ma non si esercita il corsivo, le prove degli studenti sono a risposte multiple, le interrogazioni diventano questionari, Wikipedia sostituisce le enciclopedie, alla faccia di Diderot e d’Alembert, gli articoletti, scritti da personcine qualsiasi e fruibili in rete, sostituiscono i libri e fanno sentire esperti in qualsivoglia materia, fino ad arrivare alla coercizione, al divieto e, in fine, alla totale sovversione del suo significato.
Il significante è vuoto.

Le monadi, chiuse in casa, come in uno zoo, davanti ad uno schermo, gestito dai maggiordomi del pensiero unico, si nutrono di parole vuote, assorbono la narrazione, reagiscono, come cani di Pavlov, agli stimoli che vengono loro imposti: gli algoritmi di certi social sono creati per questo: tanti piccoli rivoluzionari da tastiera convinti di diffondere dibattiti ed idee, condividendoli con centinaia di persone, e non si rendono conto che, in realtà, “siamo solo noi”, sempre gli stessi. Molecole di materia che, come quelle delle sostanze oleose, si separano e si ricongiungono.

Nel mentre il mondo, così come lo abbiamo conosciuto, si sta sgretolando, il pensiero dominante continua, indisturbato, ad imporre le proprie regole del gioco, la propria narrazione della realtà e la propria weltanschauung.

Intanto, questi pericolosi sovversivi dei social, distratti da ogni agitarsi di stracci, continuano a volgersi a destra e a manca: una volta verso il Recovery fund o il MES, l’altra verso la crisetta di governo o inseguendo le vuote dichiarazioni di tal o tal altro parlamentare…

Nel frattempo le attività commerciali chiudono una dopo l’altra, le scuole superiori e le università, già asservite al sistema, si sono svuotate di studenti e di insegnanti; il computer sta sostituendo il luogo di lavoro; i posti in cui ci si poteva incontrare sono chiusi; gli assembramenti, gli incontri, i convegni ed i congressi sono vietati; gli ospedali, quasi ovunque riconvertiti a centri covid, sono diventati pressoché inservibili; i morti per suicidio aumentano, anche tra i minori; gli anziani sono abbandonati a se stessi, a morire di inedia, mancanza di cure o per sperimentazione vaccinale, nelle RSA o a casa di fronte ad una televisione che trasmette bollettini di guerra sempre più allarmanti; i morti di infarto o di altre patologie crescono in modo esponenziale.

Apokolokyntosis

Il teatro dell’assurdo, creato dal pensiero unico e riprodotto nella quasi totalità degli stati, europei e non, in perfetta sincronicità, fa di Ionesco o Esslin dei miseri dilettanti.

I ristoranti ed i bar sono aperti solo per l’asporto, ma in autostrada, agli Autogrill, puoi sederti per mangiare o bere un caffè, da questo si evince che quei luoghi sono immuni dal virus, il fatto che siano gestiti da una società quotata in borsa è, chiaramente, irrilevante! Le scuole superiori e le università sono chiuse ma il parlamento, le scuole elementari e gli asili sono aperti, e qui servono rocamboleschi salti interpretativi per dimostrare che, evidentemente, siamo di fronte ad un virus che è depotenziato dalle serie problematiche discusse dai nostri politici ed evidentemente già in possesso della licenza di terza media. I virus difficilmente si diffondono in luoghi aperti o nei posti in cui sia possibile un buon ricambio d’aria, tant’è che i bimbi fanno lezione bardati come piccoli Amundsen, ma vige l’obbligo di mascherina all’aperto… e qui l’arrampicata libera sugli specchi diventa obbligatoria per rendere plausibile qualsiasi spiegazione perché non c’è nulla di razionale ed anche il buon senso si ritrae sconfitto, vergognandosi di se stesso.

Conclusione: Libera nos a malo

Nessuno sembra in grado di opporsi, in modo credibile, a questo assurdo stato di cose, nessuno manifesta apertamente l’intenzione di giocare un ruolo attivo per fermare questa allucinazione collettiva, nessuna compagine politica si è distaccata, con forza e decisione, dal coro dei sacerdoti di questa nuova religione; le uniche voci dissenzienti sono e restano quelle, una sparuta minoranza, di coloro che avevano già cercato di spiegare e far capire, ben prima della dichiarazione dello stato d’emergenza, in quale direzione si stava andando ma sono restate inascoltate, finanche derise.

La lungimiranza e la capacità di leggere la realtà sono merce rara e, evidentemente, poco apprezzata dai mercanti di cianfrusaglie che popolano taluni souk politici o intellettuali. Nessuno ha avuto un minimo rigurgito d’orgoglio che gli permettesse di esprimere, chiaramente, un pensiero diverso, di allontanarsi dalla strada maestra tracciata da utili servi.

Qualche manifestazione di disubbidienza o dissidenza c’è stata ma il securitarismo, propugnato con fermezza e totale acriticità, da chi non saprebbe guidare neanche la propria auto, ha avuto la meglio e sono partite le condanne senza appello alla, supposta, violenza oltre alla solita mefitica pseudo critica dell’inutilità di manifestare…

…ti sembrerà una cosa normale:
fare la fila per tre,
risponder sempre di sì
e comportarti da persona civile…
perciò smettetela di protestare
e non fate rumore e quando arriva il direttore
tutti in piedi e battete le mani…

In fila per tre, E.Bennato

Per la beatificazione del vaccino, stesso copione: tutti uniti in un potente Alleluia che si è levato all’unisono sebbene non ci sia alcuna certezza tanto sull’efficacia quanto sull’attendibilità della ricerca che lo ha prodotto e nonostante una sperimentazione quasi nulla e, soprattutto, dagli esiti contrastanti ma tale è la voglia di un deus ex machina, che cali dall’alto per cercare di venire a capo, tecnicamente, di una situazione che, politicamente, non hanno la capacità di risolvere, che tutti salutano, con tanto di fuochi d’artificio di benvenuto, il potente elisir salvifico qui tollis peccata mundi…

Miserere nobis!
Ite, missa est

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