EPPURE BASTA POCO… 

La lettura dell’articolo di Yuri Di Benedetto “Per una volontà di potenza”, qui su Frontiere, mi ha sinceramente colpito, fin quasi sorpreso, e mi ha indotto a buttare giù, come provocato, una risposta-proposta spontanea, non elaborata ma sincera. 

Il suo mettere il dito nella piaga del conflitto destinale “virtuale vs reale”, la conseguente enfasi sulla “volontà di potenza” (che io intendo, se non mi inganno, come affermazione del concreto, del fisico, di ciò che risponde alle leggi della termodinamica per dir così) la inevitabile riflessione sul “che fare” mi hanno suscitato lontane reminiscenze fino a tradurre questa questione in quella -ben più vera- del “cosa essere”. Dove il fare è solo propaggine dell’essere, perché di essere si tratta. E mi sovviene di quando la domanda è stata posta a Giovanni Battista in una temperie storica di drammatica attesa di rinnovamento. 

«E la folla lo interrogava dicendo: Che dobbiamo fare noi al dunque? Ed ei rispondeva loro: Chi ha due vesti ne dia a chi non ne ha; e lo stesso faccia chi ha del cibo. 

E andarono anche dei pubblicani per essere battezzati dicendo: Maestro che dobbiamo fare? Ed egli disse loro: Non esigete più di quello che vi è stato fissato. Lo interrogavano anche i soldati dicendo: Che dobbiamo fare anche noi? Ed egli rispose: Non togliete il suo ad alcuno con la forza né con l’inganno; e contentatevi della vostra paga». (Luca 3, 10-14). 

Spiazzante fin quasi alla delusione il Battista non risponde con roboanti proclami, né con richieste impossibili, né con parole d’ordine da demagogo; bensì con proposte minimali, terra terra, accessibili a chiunque, così scontate da essere espunte a priori. Egli sa che sono deboli, miopi, assolutamente non persistenti nella volontà e così non chiede loro la rivoluzione conscio che di essere si tratta, non di fare… QUANTO AL FARE, BASTA COSÌ POCO… 

Calate nella realtà attuale queste parole oggi diremmo: 

fissate un po’ meno il cellulare -solo un po’ meno- e guardatevi attorno un po’ di più, solo un po’ per accorgervi chi c’è attorno a voi e cosa sta accadendo dal vivo… 

guardate un po’ meno la TV (si sa che non ce la fate a spegnerla, niente paura…non vi si chiede questo) solo qualche decina di minuti in meno e leggete qualche pagina di un buon libro, anche già conosciuto. 

frequentate un po’ meno i centri commerciali e un po’ più concedetevi di passeggiare all’aperto, all’aria aperta, libera, all’esterno…anche se il tempo non è proprio l’ideale. 

-una volta tanto -solo una volta- rinunciate a comprare on-line e scendete al negozietto di prossimità (che si sa non è conveniente ma non dovete impegnarvi l’argenteria, solo pochi spicci…per esercizio). 

– e siccome oggi ci diciamo tutto: un po’ meno pornografia in rete e un po’ più di abbracci reali, al contatto del calore della carne che pulsa di sangue vero! 

un po’ meno auto e un po’ più di camminata a piedi per gustarvi l’esperienza di coprire le distanze reali coi mezzi fisici a vostra disposizione (non in monopattino!). 

E per rendere ancora più tangibile la differenza cruciale tra ciò che è reale e ciò che è virtuale, ricordatevi: c’è qualcosa di molto archetipico che non si può fare al PC

non si mangia on-line!  Perciò qualche volta cucinatevi qualcosa con amore, solo per voi, con cura… 

allo stesso modo una volta ogni tanto andate a trovare -o ricevete- qualcuno, il tempo di un caffè…di persona è diverso. 

Si tratta di semplici affermazioni di volontà: 

BASTA COSÌ POCO!

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