La fine della globalizzazione non solo è possibile, ma doverosa in questo tragico frangente di “libera circolazione” di capitali, merci e persone, dopo 2 guerre mondiali, l’influenza spagnola del ’18 che fece 100 milioni di morti, cosa serve ancora per far capire che oltre che guerre, epidemie e miseria questa “ricetta” è nefasta per chiunque ne subisca gli effetti?
Gli effetti dei nefasti esempi di cui sopra, hanno ci fanno percepire il tutto in differita e al rallentatore ma purtroppo, non stiamo guardando Netflix e nemmeno Amazon, stiamo assaporando l’amaro calice della realtà sulla nostra pelle e sulla nostra libertà, ora.
E l’amaro calice della realtà ha come componenti organolettiche proprio Amazon e Netflix che hanno decimato i nostri negozi e la nostra ricchezza con la fallace illusione di farci risparmiare tagliando invece i nostri redditi facendo sparire le attività di commercio al dettaglio che ci davano da vivere.
Ai tempi della “Belle Epoque” le merci, capitali e persone circolavano quasi con la stessa velocità di ora rispetto ai tempi e questo fu uno dei fattori più importanti che innescò il primo conflitto mondiale.
Non va però dimenticato che la Standard Oil dei Rockefeller venne smembrata per gradi dal 1890 circa al 1911 per ristabilire una sorta di equilibrio di un monopolio naturale che non poteva essere gestito da un solo soggetto privato. Allora l’Antitrust lavorava per davvero. Oltre 30 le tranches dello smembramento e a ogni società vennero assegnati diversi amministratori delegati.
Un ventennio dopo anche la fallacia sull’affidabilità delle banche universali venne finalmente a galla grazie alla crisi del 1929 e fu emanato il “Glass Steagall Act” per redistribuire le risorse sul territorio senza passare dalle bische borsistiche, ma solo tramite istituti di credito che non potessero profittare dei rally finanziari, ma che dovevano sostenersi concedendo credito e risparmio esclusivamente, la famosa “separazione bancaria”.
Appresso, mentre il secolo volge al termine. dopo George Bush Senior arriverà alla Casa Bianca il saxofonista piacione che aprirà le porte alla più selvaggia mercantilizzazione del pianeta con il WTO e 4 anni dopo (1999) lo stesso Clinton cancellerà il “Glass Steagall Act” con gli applausi degli oligarchi finanziari e degli Hedge fund.
Da quel momento avranno luogo la nefasta finanziarizzazione dell’economia (grazie alla facilitazione della circolazione di capitali) e le conseguenti delocalizzazioni alle quali ci ha costretto questa globalizzazione imposta.
La finanziarizzazione sarà facilitata anche da sicuramente ingentissimi investimenti sulla Silicon Valley che permetteranno di esplodere alla bolla “dot com” nel 2000 e che farà guadagnare i soliti “noti”.
La libera circolazione dei capitali, delle merci e delle persone con la bolla Lehman mostra senza filtri l’ecatombe produttiva e sociale in atto.
Un microrganismo infinitesimale qual è un virus mette in discussione la follia clintoniana assunta come paradigma sino ad ora. E spunta l’istinto di sopravvivenza, ma anche lo spirito di autosufficienza.
Il re è nudo e l’interdipendenza dello scambio di merci e semilavorati si mostra per quello che è: un cancro.