(questo scritto adotta la scelta di esporre un tema mettendo insieme vari reperti, come in un mosaico, giustapponendo brani estrapolati altrove, ma pure seguendo un filo coerente, una trama ben riconoscibile. Del resto, come nelle biblioteche, dove i libri parlano tra loro…).
Innamoramento
«Romeo- E allora non ti muovere per tutto il tempo in cui raccolgo il frutto della mia preghiera. Ecco, dalle mie labbra, col mezzo delle tue, è tolto il mio peccato.
[la bacia]
Giulietta- E così, il peccato che esse han tolto alle tue si trova ora sulle mie labbra.
Romeo- Il peccato s’è involato dalle mie labbra? Oh, colpa cui vien mosso un gentile rimprovero! Restituisci il mio peccato.»
(W. Shakespeare, Romeo e Giulietta)
«Nutrice –dice ella- in verità …
Da tutti i mali questo mio è diverso,
ché, se voglio dirvene il vero,
molto mi piace, ed insieme ne soffro,
e provo diletto nel mio soffrire.
E se può esistere male che piaccia
Il mio affanno è mia brama
e il mio dolore è mia salute».
(Chrétien de Troyes, Cligès)
Rota Amoris
Ligdamo ama Delia ma… Delia ama Cerinto che però non ama Delia ma Neera…
Passione dei sensi
«E lucevan le stelle,
e olezzava la terra,
stridea l’uscio dell’orto
e un passo sfiorava la rena.
Entrava ella, fragrante,
mi cadea fra le braccia.
Oh! Dolci baci, o languide carezze,
mentr’io fremente
le belle forme disciogliea dai veli!»
(Tosca, G. Giacosa-L. Illica)
«Amor ch’a nullo amato amar perdona
Mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona»
«Per più fiate li occhi ci sospinse,
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,
la bocca mi baciò tutto tremante.»
(Dante, Inferno, V)
«Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell’amore, strana ossessione che fa sì che questa stessa carne, della quale ci curiamo tanto poco quando costituisce il nostro corpo, preoccupandoci unicamente di lavarla, di nutrirla, e – fin dove è possibile- d’impedirle che soffra, possa ispirarci una così travolgente sete di carezze sol perché è animata da una individualità diversa dalla nostra, e perché è dotata più o meno di certi attributi di bellezza sui quali, del resto, anche i giudici migliori son discordi.»
(Yourcenar, Memorie di Adriano)
«Dammi mille baci, e poi cento!
E poi altri mille e poi altri cento
E poi fino ad altri mille e poi ancora cento
Poi quando ne avremo raggiunti tante migliaia
li mescoliamo sì da confonderci
e che nessun invidioso possa volercene
una volta saputi quanti siano!»
«Odio e insieme amo: se mi chiedi come è possibile
non so dirti ma questo sento dentro e sto in croce»
(Catullo, Carmina, 5 ,73)
«Colpiscimi col fuoco, col ghiaccio, col fulmine anche,
se vuoi; gettami in mare o in un precipizio.
Chi è sfinito dai desideri, domato da Amore,
neppure la folgore scagliata da Zeus lo distrugge.»
(Antologia Palatina, 168)
Follìa d’ Amore
«Madamina, il catalogo è questo
delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt’io.
Osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta,
in Almagna duecento e trentuna,
cento in Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre!
V’han fra queste contadine,
cameriere e cittadine,
v’han contesse, baronesse,
marchesane, principesse,
e v’han donne d’ogni grado,
d’ogni forma, d’ogni età.
Non si picca se sia ricca,
se sia brutta, se sia bella;
purché porti la gonnella,
voi sapete quel che fa!»
(L. Da Ponte /Mozart, Don Giovanni)
Amore vietato
«Giulietta- O Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega il padre tuo e rifiuta il tuo proprio nome.»
(W. Shakespeare, Romeo e Giulietta)
Amore negato
«Quando Eco vide Narciso essa se ne invaghì. E uscendo dal bosco gli viene incontro per gettargli –come sogna- le braccia al collo. Ma lui fugge e fuggendo: “Togli queste mani, non abbracciarmi” grida. “Possa piuttosto morire che darmi a te”.»
«”Concedimi, o padre, -disse Dafne- che io serbi perpetua castità; Giove padre lo concesse già a Diana.”…ma Febo ne è innamorato; la vede e desidera l’unione con Dafne;…ma quella fugge più veloce del vento leggero; il vento denudava il corpo e col suo soffio le faceva volar via la veste…»
(Ovidio, Metamorfosi)
Amore lontano
«Del nostro amore avviene così
Come del ramo del biancospino,
che sta sulla pianta tremando
la notte alla pioggia ed al gelo,
fino al domani che il sole s’effonde
per il verde fogliame sulle fronde.»
(Guglielmo IX d’ Aquitania)
«Amore di terra lontana,
per voi tutto il cuore mi duole.
E non posso trovarci medicina
se non corro al suo richiamo
seguendo il fascino d’un dolce amore
entro un verziere o sotto cortinaggi
con desiata compagna.»
(J. Rudel, Amore di terra lontana)
«Quando son lunghe le giornate, a maggio
mi rimembro un amore di lontano.
………
Giammai d’ amore non prenderò gioia
se non di questo amore di lontano,
ché più bella non so né più valente,
in nessun luogo, vicino e lontano.…
niun’altra gioia tanto mi piace
come gioire d’amore lontano.»
(J. Rudel, Canzone dell’amore di lontano)
Gelosia
«Mi sembra pari agli dei quell’uomo
che siede di fronte a te
e vicino ascolta te che dolcemente
parli
e ridi di un riso che suscita desiderio. Questa visione
veramente mi ha turbato il cuore nel petto:
appena ti guardo un breve istante, nulla
mi è più possibile dire
ma la lingua mi si spezza e subito
un fuoco sottile mi corre sotto la pelle
e con gli occhi nulla vedo e rombano
le orecchie
e su me sudore si spande e un tremito
mi afferra tutta e sono più verde dell’erba
e poco lontana da morte
sembro a me stessa.»
(Saffo, Ode 31)
Amore perduto
«Povero Catullo svegliati dalla tua follìa!
E di ciò che è perduto fattene una ragione…
Sono finiti per te i giorni raggianti.»
(Catullo, Carm. 8)
Amore e Morte
«Amor condusse noi ad una morte.»
(Dante, Inferno, V)
«Giulietta- Del rumore? Farò alla svelta! Ah, benedetto pugnale! [strappa il pugnale di Romeo] Questa è la tua guaina. [Si colpisce del pugnale al seno] Qui arrugginisci, e lasciami morire. [Cade sul cadavere di Romeo e muore]»
(W. Shakespeare, Romeo e Giulietta)
«“Per me avete perduto la vita,
ed io farò come verace amica:
per voi del pari voglio morire”.
Gli bacia la bocca ed il viso
e strettamente a sé lo stringe,
corpo a corpo, bocca a bocca, s’abbandona.
Il suo spirito allora rende,
e muore così al suo fianco.
Tristano è morto per suo amore
E la bella Isotta di languore.»
(Tommaso d’Inghilterra, Il romanzo di Tristano)
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Questo scritto si legge come un grafico a gaussiana: all’inizio lentamente si sale, poi c’è un plateau più o meno duraturo e poi inevitabilmente si scende più o meno drasticamente.
[1]Eros per i Greci da una parte era il Dio cosmogonico della forza di attrazione che spinge ogni ente ad unirsi, dall’altro rappresentava la passione di amore: giovinetto bellissimo con arco e frecce con cui produceva in Dei e uomini piaghe d’amore a cui neppur Zeus poteva sottrarsi.