Da un po’ di tempo sta girando, in quel vaso di Pandora aperto che possono essere i mezzi di comunicazione sociale, una di quelle teorie che sono talmente stupide da sembrare inutili (video), ma, poiché “se una cosa non serve a niente, allora, serve a qualcos’altro” (cit. Il Pedante), occorre trovare un senso a questa “teoria”.
E’ chiaro che è in atto, ormai da molto tempo, una sorta di guerra ibrida, una strategia per demolire totalmente ogni libero pensiero, ogni pensiero critico e creare nuovi modelli di distrazione di massa: il terrapiattismo è un eclatante esempio di questa strumentalizzazione funzionale. Ma a cosa serve? e perché coloro che lo propugnano sono da considerarsi, a tutti gli effetti, parte integrante del sistema neoliberale e, di conseguenza, vadano smascherati ed isolati?
Certe mode non nascono e si diffondono per caso, non è stato così per la povera Greta ed i suoi Friday for future, non è così per le sardine e le loro inutili manifestazioni e, non è così, neppure per il Movimento-contenitore dei 5 stelle!
Tutti creati per uno scopo, un fine politico ben delineato, in alcuni di questi casi, la ragione è inequivocabile, per altri, la questione, è un pochino più complessa e necessita un ragionamento più articolato.
Partiamo dal presupposto che, ormai da tempo, come spiega benissimo Enzo Pennetta nel suo intervento ad Horafelix del 20 novembre 2019, si sta facendo della scienza un efficace strumento di potere e di controllo: la scienza non è democratica, la scienza non può essere posta in discussione, solo gli esperti possono esprimere pareri su questioni scientifiche, fino al chiarissimo “vota la scienza, scegli il PD”.
Cosa sta accadendo allora? Perché i non esperti stanno parlando e, sempre più spesso, hanno sviluppato una cognizione di causa e critica su argomenti che, apparentemente, non dovrebbero essere alla loro portata? E perché studiosi, intellettuali e scienziati tout court si interrogano su questa scienza assurta a controllo assoluto e a dogma? Usata per mettere a tacere piuttosto che a sviluppare dialogo o fornire spiegazioni? Eppure il consenso informato è la base della professione medica, il bugiardino, nome omen, dovrebbe dare spiegazioni sui farmaci che assumiamo ed il dubbio è sempre stato all’origine di ogni scoperta. La risposta è nell’etimo stesso del lemma Scienza, dal latino scientia, che a sua volta deriva dal participio presente di scire ovvero sapere… Ecco svelato l’arcano!
Allora perché si dà tanto spazio al reale non sapere? Ad esseri davvero pericolosi perché valletti insulsi del sistema?
E’ un meccanismo, che si ripete ogni volta che qualcuno si ribella alla visione assiomatica, indiscutibile di un precetto scientifico, creato ad arte per sminuire coloro che non credono in una scienza dogmatica ma che sono invece convinti che sia un vero instrumentum regni, asservito al potere che lo usa proprio per rafforzare il controllo.
Mettere in un unico calderone intellettuali, scienziati, studiosi seri ed idioti ignoranti che sostengono, goliardicamente o meno, teorie come il terrapiattismo, vuol dire screditare i primi, sminuirne la competenza ed assimilarli al nulla pneumatico dei secondi. Tutto diffuso su mezzi di comunicazione di massa e sociali. Il gioco è fatto.
E’ successo, guarda un po’ il caso, per la vicenda riguardante i vaccini: chi ha avuto dubbi, non sulla loro efficacia, ma sull’obbligatorietà, per esempio e li ha espressi, è stato aggredito, screditato, vilipeso e i Lesperti, certificati a parlare, si sono pregiati di marchiarli come NO VAX!
Si è ripetuto per l’improvvisa presa di coscienza della giovine GretaThunberg: chi ha fatto notare lo sfruttamento funzionale di quel che è diventato un fenomeno mediatico, che nulla ha a che fare con le problematiche reali legate al clima, è stato tacciato di negazionismo.
Ora è il turno di questi ultimi propagatori di scempiaggine, utili servi sciocchi, asserviti, inconsapevolmente o meno, alla casta dominante; se si capisce qual è il motivo della loro comparsa allora si comprende, altrettanto chiaramente, che costoro non intendono minimamente “incrinare l’autorevolezza della scienza o riaccendere la diffidenza contro il sapere scientifico” come afferma un “autorevole” articolo del Corriere della Sera del 26/11/2019 ma, al contrario, sono utili per screditare coloro che difendono l’indipendenza della scienza dal baratro in cui da secoli è stata gettata, da coloro che hanno cercato e stanno cercando di asservirla al potere neoliberale, da quel clero regolare che se ne serve a guisa di fede, da quei paladini del pensiero dominante che compiacciono, con il loro livore, i plenipotenziari di questa politica distopica. Quindi la spiegazione del nostro giornalista è fuorviante, o meglio, parafrasando,” la risposta è dentro di te ma è sbagliata”, ed aggiungo, volutamente sbagliata, perché chi scrive e finge di sorprendersi o, addirittura, indignarsi, sapendo bene di sapere, è un pezzo di quel meccanismo che collabora a spingere questa falsa antinomia.
Tutti questi propagatori di false verità, di ignominiose teorie, di guru del pensiero unico, di nuove teologie non sono altro che pericolosi portatori di dogmatismi inaccettabili in un campo, quello del sapere e della conoscenza, in cui l’apoditticità non dovrebbe esistere. Ma è l’anomia di un sistema ormai allo sbando che, non sapendo più dove andare a parare, si serve di tutti i mezzi leciti o meno per continuare a distruggere una società ormai liquida e dormiente che però, forse, si potrebbe svegliare e non ha voglia di ritrovarsi né in 1984 né nel Mondo nuovo.