In ogni campo si è assistito ad un infittirsi di compartimentazione, lo specializzarsi in un settore ben delineato perdendo di vista il quadro completo.
Il taylorismo della cultura e della scienza, diventate una catena di montaggio. Il cerchio sempre più piccolo in cui si trovano le persone rende ormai impossibile qualsiasi ragionamento, ognuno pare conoscere il suo micro-settore, dove eccelle nella sua infinitesimale saggezza. Da ciò si è arrivati alla deriva totale: nessuno può mettere in discussione o dibattere sulla loro posizione, e anche farsi delle domande diventa negazionismo.
Tutto costruito alla perfezione; ponendo il tutto in termini microscopici e settoriali si evita qualsiasi confronto e risposta. Le domande scomode sono rispedite al mittente ed ogni spiegazione è preclusa. Il risultato lo abbiamo sotto gli occhi ormai da anni, in tutti i settori, dall’economia alla medicina, dalla biologia e perfino alla giurisprudenza. Ogni branca è divisa in tante sette, degne di essere chiamate templi del popolo. La distopia del modello T applicato senza che nessuno, o quasi, ne abbia avuto il sentore. Adesso è talmente palese da risultare nascosto in piena vista ai più, è accettato e condiviso, ripetuto come un mantra. Nessuno pare essere in grado di capire quanto il tutto sia sfociato nell’idiozia. Acusmatico. Pitagora aveva capito tutto. Conoscere la formula non vuol dire esserne padroni o capaci di interpretarla, figurarsi di riuscire a spiegarla a qualcuno.
Tutto si riduce a quello, conoscono quel bullone e quel pezzo della catena di montaggio, ma non sanno legarlo al resto.
Ciechi e guide di ciechi.
Decidono gli esperti, parlano solo loro e non sono contestabili. Se oggi decide l’economista, rovinando la sanità pubblica e tutta la spesa pubblica, non è permesso contrastarlo da un dirigente scolastico o da un medico, tantomeno da un sociologo. Poi, quando a causa dei danni dell’economista, causati dalla compartimentazione, scoppia un gigantesco problema legato alla Sanità, che coinvolge, come da manuale, anche istruzione e trasporti, ecco arrivare il momento magico dei virologi. E si ricomincia di nuovo la giostra della follia.
Anche questa volta il micro-settore guarda solo se stesso, contraddicendosi e contorcendosi in una spirale sempre più indecente. Dicendo tutto, il suo contrario e mettendoci qualsiasi corollario. Senza minimamente pensare agli altri settori della stessa medicina che vengono ridicolizzati e resi sterili.
Che la solitudine porti alla depressione, che la depressione porti danni a volte irreparabili non interessa agli acusmatici del virus; come non gli interessa dei benefici dello sport e dell’aria aperta, o delle vitamine. Tutto è rimesso alle loro insindacabili decisioni.
Dei problemi della didattica a distanza, dell’isolamento dei ragazzi, dell’impossibilità di vivere e gioire, non gli importa niente. Hanno solo il bullone da stringere. Delle possibilità di sviluppare cellule cancerogene, di problemi neurologici, dell’abbandono della voglia di vivere non gli frega un cazzo di nulla, sono automi compartimentati; impossibilitati a vedere oltre il loro naso.
E molti trovano tutto questo normale: figli dell’idiozia settaria, privati delle basi minime della ragione, bombardati mediaticamente da informazioni inutili oppure incapaci di decifrarle. Applaudono alla compartimentazione e alla morte della logica.
Taylor e Ford hanno vinto su tutti i fronti, il formicaio umano farà e ragionerà volta per volta come gli viene ordinato di fare dai guardiani. Nessuno potrà nemmeno permettersi di parlare di quadro completo, di analizzare gli alberi delle decisioni e vedere cosa possano comportare agli altri settori.
La compartimentazione così espressa è diventata idiozia. E Malthus sta già allagando il formicaio.